Francesco Ambrosoli

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Francesco Ambrosoli (Como, 27 gennaio 1797Milano, 19 novembre 1868) è stato un filologo, traduttore e editore italiano.

Secondo di tre fratelli nacque da Filippo, che a Como teneva un negozio di farmaci e droghe, e da Matilde Parea. Il fratello minore, Giovanni, fu sindaco della città di Como e il maggiore, morto in giovane età, era farmacista a San Mamete, sul lago di Lugano.

Il padre di Francesco pensò di inviare il figlio a Milano per continuare gli studi presso il ginnasio di Sant'Alessandro dove si diplomò con brillanti voti. Si iscrisse quindi all'università di Pavia dove si laureò in Giurisprudenza nel 1818. Si trasferì quindi a Milano per fare praticantato presso l'ufficio dell'avvocato Gherardi, fra i più noti in città. Al termine del praticantato tuttavia non potè entrare a fare parte dell'ordine degli avvocati per via di una legge dell'imperatore Francesco d'Asburgo che, visto il già altro numero di avvocati presenti in Lombardia, ne proibì l'istituzione di nuovi.[1] Dovendo quindi provvedere a trovare un'occupazione, Ambrosoli, amante delle Lettere, si diede all'attività di scrittore: la prima esperienza fu presso la rivista Giornaletto delle donne per cui seguiva la parte letteraria.

Oltre alle opere originali, Ambrosoli è noto per avere tradotto dal greco la Geografia di Strabone (Milano 1827-33, voll. 5), dal latino le Storie di Ammiano Marcellino (Milano 1829) e dal tedesco la Storia della letteratura antica e moderna di Friedrich Schlegel (Milano 1828, voll. 2).

  1. ^ Rossi, 1869, p. 64

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